La nave per Kobe. Diari giapponesi di mia madre

La nave per Kobe. Diari giapponesi di mia madre
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Questo album di ricordi nasce in modo non convenzionale, senza nessuna premeditazione. Un giorno, avendoli ritrovati dopo lungo tempo, il padre Fosco consegnò alla figlia due quaderni colmi di fotografie, recanti la firma e la calligrafia della moglie Topazia.
Erano note di viaggio che Dacia non poteva ricordare, avendo due soli anni ai tempi in cui la madre cominciò a compilarli. Risalivano alla traversata che, nel 1938, la famiglia Maraini compì per raggiungere il Giappone, da Brindisi a Kobe, quando il giovane Fosco ricevette una borsa di studio in qualità di etnologo, dopo essersi abbandonato alla rischiosa tentazione di strappare la sua tessera fascista sotto gli occhi turbati del padre.
A bordo della nave Conte Verde, che navigò oltre trenta giorni, la piccola e biondissima Dacia incrociò le terre e gli uomini di Aden, Bombay, Singapore, Shangai e di molte altre tappe. Giunta a Kobe, iniziò la sua precoce avventura giapponese.
Nonostante il ricordo dolce e confuso di una bambina, la Maraini adulta ricostruisce sulle lacrime che traversano gli appunti il tenero rapporto con la madre, educatrice decisa ed autoritaria, eppure mossa da un amore che alla scrittrice non apparve mai con la chiarezza di oggi, segnato in ogni gesto sui diari e cintato in un tempo che la memoria ha trasformato in leggenda.
Nel libro dominano queste emozioni incontrollabili e si mescolano con onestà i ricordi dell’infanzia a quelli dell’età adulta, trascinando il lettore avanti ed indietro nel tempo in una favola spartita tra gusti aspri e mielose persuasioni, intensa come ogni sincera nostalgia.
Inevitabilmente, l’esperienza profonda del campo di concentramento per antifascisti a Nagoya, ove la famiglia venne deportata, emerge con regolarità, insieme alla scomparsa della sorellina Yuki.
Nonostante il riapparire di questi orrori, mentre la Maraini viene sorpresa in un raro momento di abbandono queste confessioni si lasciano trascinare da una passione delicata, allo scopo di ricondurci verso l’angolo del cuore in cui si fonde ciò che eravamo con ciò che siamo diventati. Per concludere il volume con un tono romanzesco, la Maraini pone in appendice alcune pagine e foto dei diari originali, quale partecipe ed emozionante omaggio all’amore della madre.